Il 24 maggio 2002 Repubblica, attraverso un articolo di Simona Casalini dal titolo “I mille volti di Pigneto Village”, offre un’importante fotografia del Pigneto all’alba del nuovo millennio, comprensiva di tutti i dubbi e le speranze dell’epoca in merito alla sua tormentata trasformazione: “Vista dall’enoteca dell’isola pedonale, il bel locale che sette anni fa aprì in occasione dell’avvio della strada senza auto e diventato un po’ il simbolo della ‘voglia di rinascita’ del quartiere, il colpo d’occhio al tramonto sembra quasi parigino: tutto molto ‘multi’ – etnico, culturale, colorato – con graziose casette anni ’30, i begli olmi e i nespoli, peccato che sia solo un paio di cento metri, qualche negozio d’alimentari gestito da extracomunitari, molte finestre sbarrate, serrande giù, ma nessuno in strada, e i luridi banchi fissi del mercato mattutino che sciupano tutta la visuale […] Qui al Pigneto, reticolo di vie a cuneo tra Casilina, Prenestina e Porta Maggiore, stradine, stradone, binari, capannoni industriali, meravigliosi villini, baracche, casette basse, palazzi fatiscenti, e democraticissime presenze, architetti fronte a fronte con sartine, neri con poliziotti, trans e prof universitari, giovani scrittori e impiegati con i nonni ferrovieri, tossici e infermiere, viene accolto con un romanissimo scetticismo il lungo elenco dei progetti comunali di risanamento urbanistico. […] ‘Avevo studio a Trastevere, mi sono trasferito qui e lo rifarei domani’, dice convinto Franco Puledda, architetto tecnologico, single, colto, che è un po’ la ‘fotografia’ dei tanti nuovi inquilini di una zona che fino a dieci anni fa, e in parte ancora, fa sembrava lontana mille miglia, zero appeal, molta malavita, molta immigrazione, insomma ‘un abitare allo sprofondo’. E, di certo, un moltiplicatore di valori immobiliari è la previsione, questa concreta, delle due nuove stazioni metro della linea C, quella che andrà anche sotto il Colosseo. Tutto ciò ha molto solleticato le compravendite e, ancora prima, i ‘fiutatori’ di tendenze, di affari, di mode”.