Lunedì 4 luglio (h. 19) al Pigneto, da Zazie nel metrò, si terrà la presentazione di “Abbecedario del postumanismo” (Mimesis Edizioni) con la curatrice del testo Elisa Baion.
La contemporaneità necessita di una riflessione attenta e approfondita sui vocaboli, giacché essi presentano ancora profondi retaggi umanistici. Ecco il motivo per cui si è vista l’esigenza di un Abbecedario del postumanismo: per leggere le cose secondo un’ottica diversa che faccia risorgere una nuova realtà dalle ceneri dell’antropocentrismo. L’opera è un lavoro collettivo e rappresenta il tentativo comune di sillabare un mondo nuovo nel suo atto di costruzione. Il postumanismo è molte cose. È una corrente filosofica che mette in discussione le radici umanistiche del pensiero occidentale. È una riflessione ad ampio spettro sul rapporto tra techne e realtà, sull’evoluzione delle forme umane, sull’Antropocene. È una metamorfosi del nostro modo di interfacciarci col mondo, una via per riscoprire Gaia e le molteplici alterità che la popolano. Ogni cambiamento rende necessario un nuovo vocabolario. E i concetti sono in continua rielaborazione in un’officina del pensiero come quella postumanista, che non pone limiti, non ricerca sintesi, ma si fa nomade tra pluriversi. Se il postumanismo ascrive e rielabora i termini in funzione di un diverso modo di rispondere al presente, allora quest’opera ha il compito di raccontarli.
Elisa Baioni, Lidia María Cuadrado Payeras e Manuela Macelloni fanno parte del Centro Studi Filosofia Postumanista, fondato nel 2002 dal filosofo Roberto Marchesini. Obiettivo del centro è esplorare gli orizzonti chimerici del postumano da ogni prospettiva possibile, sia essa artistica, scientifica, tecnologica, filosofica.